CBD e CBG: possibili prodotti per l’igiene orale, o solo una moda?

A cura di Viola Brugnatelli

Viola Brugnatelli è una neuroscienziata e specialista nel sistema endocannabinoide, ricerca e insegna, al dipartimento di neuroscienze dell'Università di Padova, in Italia, delle proprietà del cannabis , ed è co-fondatrice di Cannabiscienza, una società dedicata all'educazione degli operatori sanitari sul sistema endocannabinoide e l'uso medicinale del cannabis.

Membro di lunga data dell'International Cannabinoid Research Society e Ambasciatore italiano dell'International Association for Cannabinoid Medicines, Viola ha lavorato in laboratori scienze farmacologiche ed è specializzata nei recettori di cannabinoidi orfani / terpenoidi e nella loro segnalazione in processi come il dolore e l´infiammazione.

Attualmente collabora con Fundacion Canna, il comitato editoriale del Journal of Cannabinoid Medicine, e come autrice ospite su varie riviste del settore, tra cui Project CBD.

Nel corso degli anni, Viola ha partecipato a vari corsi di Educazione Continua in Medicina (ECM) sulla cannabis, istruendo medici e farmacisti di tutto il mondo.

È la vicepresidente di un'organizzazione senza scopo di lucro dedicata all'empowerment delle donne che lavorano con rimedi naturali.

Ciò che le affascina di più della pianta di cannabis è ciò che si può studiare e scoprire del sistema endocannabinoide umano e la sua modulazione con fitocannabinoidi.

Recentemente ha lavorato a stretto contatto con anestesisti utilizzando l'ipnoterapia per valutare il ruolo del sistema endocannabinoide nella capacità di alterare gli stati di coscienza senza l'uso di farmaci.

È possibile che prodotti per l'igiene orale come Colgate o Oral B vengano sostituiti da formulazioni a base di cannabis?

Questo percorso sembra possibile, ma può essere vero anche il contrario. Infatti, nell'aprile 2021 Colgate-Palmolive ha annunciato pubblicamente il deposito di tre brevetti internazionali per diverse composizioni per l'igiene orale che utilizzano il cannabidiolo antibatterico (CBD), e che incorporano una serie di altri cannabinoidi non narcotici, come il cannabigerolo (CBG), il cannabicromene (CBC) e il cannabicitran (CBTC) da cui si possono produrre miscele per collutori, dentifrici, gel orali e altro.

Nella dichiarazione di Colgate-Palmolive, che all'inizio di questo stesso anno ha acquisito Hello Products, una nota azienda cosmetica naturale che offre una gamma di prodotti per l'igiene orale contenenti CBD e olio di semi di canapa, si legge: "le miscele di cannabinoidi erano state sviluppate per migliorare la salute orale in diversi modi: ridurre o inibire la formazione di carie dentali; ridurre l'accumulo di placca e ridurre l'infiammazione gengivale".

Poiché i collutori e i dentifrici sono classificati come cosmetici, non è necessario che le affermazioni siano supportate da prove cliniche. La letteratura scientifica indica che i consumatori cronici di cannabis hanno un rischio maggiore di lesioni parodontali, xerostomia (secchezza delle fauci) e carie, quindi viene da chiedersi se c'è qualche base scientifica per questi nuovii prodotti per l'igiene orale a base di cannabinoidi.

In primo luogo, consideriamo l'infiammazione: è stato dimostrato che i recettori CB2 si trovano nel tessuto parodontale nei siti di infiammazione/infezione, e i composti che attivano i CB2R possono regolare l'infiammazione e coadiuvare gli attuali trattamenti per la parodontite e altre patologie infiammatorie orali.

Inoltre, entrambi i recettori CB1 e CB2 sono espressi nel tessuto gengivale, e la loro espressione aumenta notevolmente in condizioni di malattia. Questo perché una volta attivati da cannabinoidi endogeni come l'anandamide, CB1 e CB2 innescano una significativa riduzione della produzione di mediatori pro-infiammatori in quei siti, suggerendo così che fitocannabinoidi con attività farmacologica simile possano regolare la guarigione parodontale.

Una esame della letteratura sulla mucosite orale (una dolorosa infiammazione e ulcerazione della bocca, complicazione comune e spesso debilitante del trattamento del cancro) e sui meccanismi d'azione del CBD, ha concluso che le proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antiossidanti del CBD potrebbero essere benefiche per i pazienti che soffrono di questa patologia, anche se ancora da testare.

Comprendendo meglio come il sistema endocannabinoide regola l'infiammazione orale, siamo così arrivati a capire che il tono degli endocannabinoidi modula la diminuzione della salivazione indotta dall'infiammazione a livello delle ghiandole salivari; questo sembra corrispondere alla differenza nella salivazione rinvenuta tra i fumatori di tabacco e di cannabis, con la bocca secca sperimentata dal 69,6% del gruppo cannabis, rispetto al 18,6% del gruppo fumatori di tabacco.

Considerando che la xerostomia è collegata alla gengivite attraverso l'accumulo di placca dentale, è interessante capire se il CBD può effettivamente essere una buona opzione per la prevenzione della placca dentale.

Su questo argomento indagini precedenti hanno mostrato che il CBD e un altro cannabinoide non stupefacente, il cannabigerolo (CBG), sono noti per avere attività antibatterica contro diverse specie batteriche gram-positive e gram-negative; studi più recenti hanno dimostrato che entrambi questi cannabinoidi potrebbero avere un ruolo nella placca dentale; in Belgio 60 adulti sono stati testati per confrontare l'efficacia di diversi prodotti per l'igiene orale nel ridurre la placca dentale: quelli contenenti cannabinoidi sono stati trovati più efficaci nel ridurre il numero di colonie batteriche nella placca rispetto a diffusi prodotti sintetici per l'igiene orale come Oral B e Colgate.

Lo stesso gruppo ha poi valutato, in uno studio di follow-up, l'efficacia dei prodotti CBD-CBG (che non contengono alcool o fluoruro) rispetto ad altri collutori commerciali comunemente disponibili e al gold standard dei dentisti, la clorexidina (un disinfettante e antisettico che si è scoperto essere cancerogeno).

Questa ricerca è stata condotta esaminando campioni da 72 partecipanti. I risultati hanno mostrato che i collutori contenenti CBD e CBG a <1% erano altrettanto efficaci dei collutori alla clorexidina 0,2% nel ridurre la placca dentale.

Ciò che i brevetti della Colgate-Palmolive non affermavano è che la loro linea di prodotti per l'igiene orale potesse diminuire il dolore alla bocca o indurre effetti rilassanti sui muscoli, nonostante questi siano alcuni degli usi medicinali storici della cannabis in odontoiatria. Si sa che gli antichi medici arabi e altre popolazioni usavano indurre la sedazione e una sorta di anestesia generale inalatoria con la cosiddetta spugna di Aleppo, immersa in una miscela di cannabis, oppio e altri composti, e poi posizionata sul naso del paziente che aveva bisogno di estrazione di denti o interventi simili.

Recentemente in Polonia il CBD è stato testato per il dolore temporomandibolare (TMD), una condizione che colpisce dal 20 al 30% della popolazione adulta, essendo la seconda causa più frequente di dolore orofacciale dopo il mal di denti.

Per questa ricerca sono stati selezionati 60 pazienti con TMD e divisi in due gruppi: il gruppo sperimentale e il gruppo di controllo. Al gruppo di trattamento è stato assegnato un cerotto transdermico contenente un unguento a base di CBD al 20% in olio d'oliva. Al secondo gruppo è stato dato solo il cerotto, senza CBD (cerotto placebo). Entrambi i gruppi hanno usato un nuovo cerotto al mattino e uno alla sera; entrambi i gruppi sono stati sottoposti a una prima visita di controllo e a una seconda dopo 14 giorni di applicazione del cerotto. L'intensità del dolore percepito è stata affrontata attraverso un questionario standardizzato (la cosiddetta scala analogica visiva, VAS), e la tensione muscolare valutata attraverso l'applicazione di elettrodi nella zona mandibolare. Nel caso del gruppo CBD, dopo 14 giorni è stato evidenziato un effetto significativo sui muscoli masseteri (riduzione dell'11% nel muscolo massetere destro e del 12,6% nel sinistro); nel caso del gruppo di controllo non c'è stata alcuna riduzione dell'attività muscolare. Anche l'intensità del dolore, secondo la scala VAS, era significativamente ridotta nel gruppo CBD-patch: 70.2% rispetto al gruppo placebo-patch, in cui è stata registrata una riduzione solo del 9,81%.

Questo studio mostra che il CBD può essere efficace nel ridurre il dolore temporomandibolare e dovrebbe essere considerato nella terapia dei muscoli masticatori in pazienti con dolore temporomandibolare.

Quindi... i fitocannabinoidi e i prodotti per l'igiene orale sono una moda o sono destinati a rimanere?

Si può pensare che stiamo solo iniziando a considerare le loro potenziali applicazioni, dato che molte altre ricerche sono in corso per capire se è possibile utilizzare composti di cannabis nelle cure dentali.

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