Il ruolo del CBD nell’invecchiamento e nella longevità

A cura di Erhan Yarar

Il dottor Erhan Yarar è un medico di medicina traslazionale con 20 anni di esperienza in oncologia pediatrica e adulta, endocrinologia e più recentemente in psichiatria. Laureato all'università Hacettepe in Turchia, ha ricevuto diversi certificati dalla Harvard School of Medicine (USA). Ha collaborato nel trattamento di pazienti in diverse parti del mondo come USA, Giappone, Israele, Germania, Turchia, Cipro. Applica la medicina alternativa e complementare insieme alla medicina convenzionale. È un membro emerito della International Cannabis Research Society e dell'ICANNA. Ha esperienza nell'applicazione di cannabinoidi come CBD, THC, CBG e un ampio spettro di terpeni sui suoi pazienti. Ha scritto molti articoli tra i quali lavori sulla depressione, il diabete e altre condizioni mediche in relazione al sistema endocannabinoide, e il potenziale dei cannabinoidi nei protocolli di trattamento medico.

A cura di Tanja Bagar

La dottoressa Tanja Bagar è una microbiologa con un dottorato in biomedicina. Ha acquisito una vasta esperienza di ricerca sulla biotecnologia, sulla biologia molecolare e sulla segnalazione cellulare in laboratori in Slovenia, Germania e Regno Unito. La sua attenzione si è concentrata principalmente sul sistema endocannabinoide e sui principi attivi della cannabis/canapa. Il suo lavoro ha portato alla formazione dell'Istituto Internazionale per i Cannabinoidi (ICANNA), di cui è l'amministratore delegato e presidente del comitato scientifico. È anche vicedirettrice e capo della R&S in una società ambientale. La dott.ssa Bagar è anche attiva nella sfera accademica. È docente di microbiologia e preside del programma di master in Ecoremediations presso la facoltà Alma Mater Europaea.

L'invecchiamento è un complesso di cambiamenti in un organismo che porta a un progressivo e deleterio declino generale delle sue funzioni biologiche, rendendolo più suscettibile alle malattie e, infine, alla morte. Anche se è molto difficile comprendere a fondo la complessità di questo processo, che include cause genetiche e ambientali, l'evidenza crescente indica un ruolo centrale del sistema immunitario.

Con il passare del tempo, il nostro sistema immunitario va verso un lento e inesorabile declino funzionale, generalmente accoppiato a uno stato infiammatorio di basso grado e, in alcune patologie, a una eccessiva risposta infiammatoria. Questo stato di infiammazione cronica, locale o generalizzata, che si accompagna a fenomeni tipici dell'invecchiamento cellulare come la perdita telomerica, lo stress ossidativo, i difetti del DNA, danneggia tutti gli organi, portando nel tempo allo sviluppo di malattie legate all'età, come l'osteoporosi, l'osteoartrite, l'aterosclerosi, i disturbi neurodegenerativi e il cancro. In questo articolo vengono illustrati alcune considerazioni su come invertire e modificare il processo d'invecchiamento usando il cannabidiolo (CBD) per una longevità più sana.

L'omeostasi è definita come un processo di autoregolazione attraverso il quale i sistemi biologici tendono a mantenere la propria stabilità mentre si adattano ai cambiamenti ambientali. Se l'omeostasi ha successo, la vita continua; se il mantenimento dell'omeostasi non ha successo, la biochimica dell'organismo è in pericolo e possono seguire la malattia o la morte. Con tutte le complessità di un organismo multicellulare, tutte le comunicazioni cellulari, le mutazioni genetiche e le influenze ambientali, come fa il nostro corpo a rimanere in omeostasi? La risposta è il SEC. È presente quasi ovunque nel corpo umano e il suo ruolo è quello di proteggere o ristabilire l'omeostasi nel corpo. Il SEC è uno dei sistemi più importanti, se non il più importante, del nostro organismo. Il suo ruolo nella funzione omeostatica del nostro corpo è innegabile, e la sua gamma di effetti è incredibile. Inoltre, gioca anche un ruolo importante nelle malattie apoptotiche, nella funzione mitocondriale e nella funzione cerebrale. Il SEC ha anche un profondo effetto sui processi di regolazione del nostro corpo.

Il SEC potrebbe non solo fornire risposte per malattie attualmente incurabili, ma potrebbe cambiare il modo in cui consideriamo patologie e sintomi in medicina. Agire su questo sistema ci permetterebbe di cambiare il nostro metodo, da interventi farmacologici invasivi (come ad esempio inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina per la depressione, benzodiazepine per l'ansia, chemioterapie per il cancro) allo scoprire il mistero del perché il corpo non riesce a mantenere l'omeostasi. Negli ultimi anni, la ricerca farmacologica si è concentrata sullo sviluppo di composti sintetici che, modulando il SEC, potrebbero diventare potenziali farmaci.

I cannabinoidi hanno dimostrato di avere un'attività immunomodulante ed effetti neuroprotettivi e antiossidativi ben documentati, che li rende buoni candidati come molecole anti-età. Anche i composti che modulano i legami e il metabolismo degli endocannabinoidi potrebbero essere efficaci come terapeutici anti-invecchiamento. Nel contesto dei complessi meccanismi di regolazione, gli eCB possono svolgere un ruolo importante in virtù dei loro effetti neuro- e immuno-modulatori nel sistema nervoso centrale e periferico. Una delle opzioni per la modulazione del SEC è l'utilizzo del cannabidiolo non psicoattivo o CBD.

Gli antiossidanti sono sostanze chimiche che diminuiscono o prevengono gli effetti dei radicali liberi. Esse donano un elettrone ai radicali liberi, riducendo così la loro reattività. Gli antiossidanti possono rallentare la formazione di radicali liberi, ripulirli, o accelerare la loro degradazione. A differenza di altri cannabinoidi, il CBD contiene due gruppi fenolici. È un forte antiossidante e ottiene questo effetto attraverso vari meccanismi cellulari, tra cui l'inibizione dello stress ossidativo e la prevenzione della generazione di specie reattive dell'ossigeno. Lo stress ossidativo, risultante da una sovrapproduzione di ROS, è legato a numerosi effetti negativi e può portare allo sviluppo o all'esacerbazione di diversi stati patologici; è un importante contributore all'invecchiamento e ai sintomi legati all'età. La ricerca ha dimostrato che il sistema endocannabinoide può modulare lo stress ossidativo, e il cannabidiolo ha un potente effetto antiossidante. Il CBD mostra promettenti proprietà farmacoterapeutiche, in quanto non ha effetti psicoattivi, ha un ottimo profilo di sicurezza e proprietà antiossidative.

Un altro bersaglio dei cannabinoidi che è importante nell'invecchiamento sono i recettori attivati dal proliferatore del perossisoma (PPAR). Si tratta di una famiglia di recettori nucleari che agiscono come fattori di trascrizione che regolano l'espressione di una pletora di geni coinvolti nel metabolismo, la reazione immunitaria, la differenziazione cellulare e una varietà di altri cambiamenti cellulari e risposte adattative. I PPAR sono attivati da un gran numero di molecole lipidiche sia endogene che esogene, compresi fitocannabinoidi ed endocannabinoidi, così come da composti simili agli endocannabinoidi. Il CBD agisce come agonista del PPAR e alcuni degli effetti provati del CBD sono dovuti a questo agonismo (attenuazione della neuroinfiammazione e della neurodegenerazione). Gli agonisti PPAR-γ attivano direttamente i geni dell'apparato di rilevamento del glucosio nel fegato e nelle cellule β del pancreas. Sapendo quanto una glicemia stabile e la corretta risposta all'insulina siano importanti per la salute, e come queste diventino disregolate con l'età, è evidente che gli effetti che il CBD esercita attraverso i recettori PPAR-γ sono fondamentali per la salute nell'invecchiamento. Il CBD potrebbe anche servire come base per la progettazione di nuove sostanze resistenti all'insulina e anti-obesità che agiscano come agonisti PPAR-γ, sostengano un invecchiamento sano e prolunghino la durata della vita proteggendo il fegato e il pancreas e garantendo livelli stabili di zucchero nel sangue.

È noto che lo stress provoca e accelera l'invecchiamento. Il CBD ha dimostrato di bilanciare l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene della risposta allo stress ed ha anche mostrato di avere effetti antidepressivi. Il CBD regola la produzione di ormoni nell'ipotalamo, nell'ipofisi e nelle ghiandole surrenali, ed è stato anche dimostrato che modula la percezione degli stimoli di stress. Grazie a questa serie di effetti il CBD bilancia a livello generale la risposta allo stress, abbassando i picchi di cortisolo e proteggendo i tessuti dai danni da questo indotti. Gli effetti antidepressivi del CBD sono anche mediati attraverso diverse vie che coinvolgono l'attivazione dei recettori 5-HT1A, ma il CBD ha anche effetto su citochine pro-infiammatorie, specie di radicali liberi, e ossidanti. Negli ultimi anni un gran numero di prove ha mostrato che questi sono importanti nell'eziologia della depressione. Una spiegazione per gli effetti del CBD è che lo stress ossidativo influisce negativamente sulla funzione delle cellule gliali e porta a danni neuronali nel cervello: il CBD contrasta questi effetti negativi.

Modelli preclinici hanno fornito una fantastica comprensione del processo di invecchiamento, con dati coerenti che indicano il ruolo della secrezione/sensibilità all'insulina e dell'ormone della crescita nella modulazione della longevità. La secrezione dell'ormone della crescita e del fattore di crescita insulino-simile 1 diminuisce nel tempo: solo bassi livelli possono essere rilevati in individui di età sopra i 60 anni, e questa è nota come somatopausa. Mentre è ben noto che una maggiore sensibilità all'insulina e bassi livelli di insulina sono associati a una migliore sopravvivenza, ci sono ora ampie prove che dimostrano che l'ormone della crescita e il fattore di crescita insulino-simile 1 hanno anche profondi effetti sulla durata della vita negli esseri umani. Questa idea ha fatto sì che il fattore di crescita umano ricombinante sia stato ampiamente promosso - e abusato - come un farmaco anti-invecchiamento, nonostante i molti effetti collaterali che porta. L'attivazione dei recettori dei cannabinoidi sembra modulare la secrezione di insulina e la segnalazione del recettore dell'insulina, nonché la produzione dell'ormone della crescita. Il CBD produce i suoi effetti su questi ormoni legandosi al TRPV2. Il CBG è un altro fitocannabinoide importante da considerare, poiché è stato dimostrato che ha effetto sull'espressione del gene per il fattore di crescita insulino-simile 1. Il CBG può avere ulteriori effetti positivi sulla durata della vita a causa delle sue interazioni con gli adrenocettori α-2 e il recettore 1A della serotonina. Un numero crescente di indizi suggeriscono anche che la segnalazione della mTOR influenza la longevità e l'invecchiamento. La mTOR è una via di segnalazione conservata a livello evolutivo che coordina risposte cellulari e organiche di base come la crescita cellulare, la proliferazione, l'apoptosi e l'infiammazione. L'inibizione della mTOR aumenta la durata della vita in tutti gli organismi modello studiati. Si è osservato che il CBD e il CBG modulano la segnalazione della mTOR, indicando un altro meccanismo di effetto dei cannabinoidi sulla longevità. La capacità del CBD di sopprimere l'attività dei geni coinvolti in alcuni tumori e di sostenere la funzione mitocondriale (metabolismo energetico cellulare) sono anche fondamentali nella longevità.

I cannabinoidi lavorano anche a livello del DNA sui telomeri. Le regioni alle estremità dei nostri cromosomi funzionano come orologi interni, determinando il tasso di invecchiamento. Esse si accorciano nel tempo, ogni volta che le nostre cellule si dividono: quando diventano abbastanza corte, i cromosomi non possono più replicarsi e le cellule muoiono. Gran parte delle terapie anti-età, anche quelle geniche, sono mirate ai telomeri, soprattutto agendo sull'enzima telomerasi, che li degrada. È interessante notare che i cannabinoidi diminuiscono significativamente l'attività di questo enzima. Ci sono diversi fattori importanti che influenzano la lunghezza dei telomeri, e uno di quelli meglio studiati è la SIRT1. Si tratta di un membro della famiglia delle proteine Silent Information Regulator 2 (Sir2); è stato dimostrato che è necessaria affinché i telometri rimangano intatti. La sua espressione è critica in diverse malattie, tra cui la sindrome metabolica, le malattie cardiovascolari, il cancro e la neurodegenerazione. È stato dimostrato che il CBD sovraregola l'espressione di SIRT1, aggiungendo un altro pezzo al puzzle di invecchiamento sano e longevità.

Un sondaggio condotto nel maggio 2020 ha mostrato che il 51% degli anziani hanno visto un miglioramento della loro qualità di vita dopo aver usato il CBD e l'89% di loro lo raccomanderebbe agli amici per problemi di salute ricorrenti. L'uso a lungo termine del CBD pare essere sicuro e privo di effetti tossici, anche a dosi elevate. Gli studi sugli animali mostrano anche come il CBD possa aumentare la qualità e prolungare la durata della vita. Studi su un modello animale, il nematode Caenorhabditis elegans, hanno mostrato che il CBD ne ha esteso la durata media della vita fino al 18,3% e ne ha aumentato l'attività vitale in età avanzata fino al 206,4%. Questo indica una possibilità che il CBD aumenti la durata e abbia un effetto positivo sulla qualità della vita.

Si stanno accumulando prove che il CBD ha un impatto su molti dei percorsi coinvolti nell'invecchiamento, agendo così come una potente molecola per rallentare e rendere più sano l'invecchiamento. Da un lato il CBD agisce in modo importante e positivo sui processi biologici sottostanti all'invecchiamento, ma dall'altro allevia anche molti dei sintomi dei disturbi legati all'età.

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